Max Bunker

Max Bunker

Max Bunker è il mio nom-de-plume, al secolo Luciano Secchi. C’è chi afferma che sono uno degli autori più prolifici del fumetto italiano, altri che sono un padre nobile del fumetto autoctono, altri ancora che sono un grande innovatore della bande-dessinée italica. Probabilmente hanno tutti ragione.

Fumettisticamente nacqui nel 1960 quando traducevo le avventure di Gordon Flash di Dan Barry per l’Editoriale Corno per la quale iniziai una collaborazione più stretta curando l’edizione del mensile Gordon, divenendo in breve il direttore della casa editrice. Il mio primo personaggio ad essere pubblicato è stato Maschera Nera mensile disegnato da Paolo Piffarerio. Fu un successo immediato e tale da convincere l’editore ad accostare una seconda edizione settimanale. Era il 1962. Da quella data sino al 1964 creai una miriade di personaggi che culminarono con due enormi successi che cambiarono la storia del fumetto nazionale: Kriminal e Satanik.

C’era nell’aria un desiderio di cambiamento e di chiarezza. I vecchi eroi, sempre dediti al dovere ventiquattro ore su ventiquattro, incominciavano a perdere in credibilità. Ci voleva qualcosa di più vero, più reale, che spazzasse via la iprocresia imperante, così feci la prima sceneggiatura di Kriminal. Mi mancava il disegnatore adatto. Pubblicammo su Maschera Nera un annuncio riguardante la ricerca di disegnatori idonei a un fumetto giallo, e tra questi si presentò un certo Roberto Raviola da Bologna.

Dalla campionatura che mi portò capii subito che era l’uomo che cercavo. Gli diedi da fare alcune tavole della prima storia facendogli fare due versioni del costume di Kriminal, nero con le ossa bianche (il più ovvio) e bianco con le ossa nere. Ero indeciso quale scegliere poi optai per quest’ultimo.

Con Magnus nacque una grande amicizia e sintonia. Nati entrambi nello stesso anno (lui tre mesi prima di me) avevamo avuto le stesse esperienze di vita, le ultime battute della guerra nonché l’immediato e duro dopoguerra, che ci permise di intenderci alla perfezione.

“Kriminal” fu un successo straripante così tirai fuori dal cassetto “Satanik” che bissò il successo del suo fratello maggiore. Sulla scia dell’entusiamo creai “Dennis Cobb agente ss018” (1965) Gesebel (1966) Maxmagnus (1968) e il super grande successo che possoannoverare “Alan Ford” (1969) tutti disegnati da Magnus. Con Paolo Piffarerio al pennello creai “El Gringo” (1965) “Milord” (1966) e quel grande capolavoro di disegno che si chiama “Fouché” (1973) per le pagine della rivista Eureka da me fondata nel 1967, cento pagine che vennero poi raccolte in un volume cartonato dal titolo “Fouché, un uomo della rivoluzione”.

“Daniel”, che creai nel 1974, ebbe il pregio di portare una stravaganza sino ad allora inusitata nel mondo del fumetto. Il personaggio principale, un detective corretto e ligio alla legge muore in un incendio doloso e viene casualmente sostituito da un graziato dalla sedia elettrica che si era fatto una plastica al volto, immagine identica a quella di Daniel. Frank Verola lo disegnò con molta passione.La rivista “Eureka” ebbe il pregio di fare conoscere al lettore personaggi quali Andy Capp di Reg Smythe, Spirit di Will Eisner, Sturmtruppen di Bonvi e Lupo Alberto e tanti altri. Il colpo grosso che feci per L’Editoriale Corno fu quello di portare alla conoscenza del pubblico italiano i super eroi Marvel. Uomo Ragno, Fantastici Quattro, Daredevil, Capitan America, Hulk, I Vendicatori, etc… dopo un anno di assestamento deflagrarono come una bomba all’atomo e fu la definitiva affermazione dell’Editoriale Corno.

Mi dedicai con passione a due opere importanti. Scrissi la trasposizione del Pinocchio di Collodi da pezzo di legno a pezzo di latta in “Pinocchio super robot” disegnato con maestria da Giampaolo Chies, immaturamente scomparso. “Morte di Robespierre” illustrato a colori a olio da Beppe Madaudo, narra gli eventi degli ultimi giorni del dittatore che lasciò la testa sulla ghigliottina.

Inoltre affrontai temi difficili con nuovi personaggi, specialmente con Kerry Kross (1994) una investigatrice omosex, Beverly Kerr, un legal thriller (2000) e Padre Kimberly (2001) un prete cattolico che affronta temi scabrosi.

In occasione del mio cinquantesimo anniversario professionale, scrissi “Pepper Russel” che doveva essere una graphic novel senza seguito. Invece la antagonista Megan Coster ha suscitato molto interesse tanto da fare due ulteriori G.N. con possibilità di fare una serie regolare.

Nel campo del fumetto ho proposto due riviste impegnative dalla veste editoriale lussureggiante, “Bhang” (16 numeri) e “Supercomics” (29 numeri proponenti le G.N. della Marvel e dei suoi super-eroi ).

Già nella Corno avevo inventato il personaggio letterario di Riccardo Finzi, un detective milanese alle prese con casi strampalati. L’edizione hard-cover di “Fotofinish” (terzo della serie) uscito nel 1981 raggiunse i primi posti nella classifica delle vendite dell’anno. Con Mbp potenziai la produzione in formato economico scrivendo un totale di 16 romanzi, ora raccolti in due enormi libri di 800 pagine cadauno come “opera omnia”.

Nel 1983 ritenevo di avere esaurito la mia esperienza presso la casa editrice e volevo esperimentare nuove formule in tutta libertà, così fondai la ” Max Bunker Press” (Mbp) dove potevo spaziare e fare le cose, forse meno commerciali, ma che mi gratificavano maggiormente come la serie di 14 numeri de “Uomo Ragno Graphic Novel Strip” che raccoglieva le strisce quotidiane scritte da Stan Lee e disegnate da John Romita e non solo.

Per nostalgia feci anche un tentativo di ridare vita ad “Eureka” in due fasi differenti ma senza particolare fortuna. La prima nel 1988 che ebbe il pregio di presentare “Morte di Robespierre” narrativa serrata del dittatore che lasciò la testa sulla ghigliottina che scrissi con molto amore e competenza. Il disegno fu realizzato a mo’ pittorico da un bravo Beppe Madaudo.

La seconda nel 1991 “Eureka avventura classic” proponendo le strisce quotidiane di Uomo Ragno, gli inediti di Hulk e un Dick Tracy del 1942.

La cessione dei diritti per i collatarali della Mondadori per “Alan Ford Story” e “Kriminal” e “Satanik” fanno parte di un processo culturale per la diffusione di tre personaggi che hanno fatto la storia del fumetto italiano.

Nel 2013, a quasi trent’anni dalla fondazione della Mbp ho deciso di limitarmi a fare l’artista e il consulente editoriale per la casa editrice di mia figlia Raffaella la “1000VolteMeglio – PUBLISHING” mantenendo una rubrica fissa su Alan Ford dal titolo “Max Dixit”.

Foto di MAX BUNKER